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Un plastico, seicento relé, il sistema ZIMO, il software STP, alcune soluzioni specifiche, un'aranciata...
Ovvero storia dell'evoluzione di un plastico analogico verso il controllo digitale, e di un'amicizia.
S. Giorio di Susa dista 43 km da Torino ed è uno dei punti di ingresso al Parco Naturale "Orsiera-Rocciavrè".
Punto di partenza ideale per escursioni e passeggiate (tra cui il "Sentiero dei Franchi", percorso da Carlo Magno per cogliere di sorpresa i Longobardi a Chiusa S. Michele, su cui domina l'abbazia millenaria), ricca di elementi storici e monumenti degni di attenzione, è soprattutto il centro della zona di produzione del "Marrone ValSusa".
In questo piccolo paese abita l'operosa famiglia Biglietti che sin dal 1993 è dedita alla costruzione del proprio plastico, sempre in continua evoluzione.
Il papà Paolo con i due figli Enrico e Claudio hanno creato un solido team di lavoro, distribuendosi precisi compiti.
In particolare, il Sig. Paolo segue la realizzazione delle strutture, la posa dei binari e l'allestimento del paesaggio, il Sig. Claudio si dedica al cablaggio, alla costruzione degli edifici ed all'accessoristica, mentre il Sig. Enrico si concentra sui vari sistemi di funzionamento (elettro-meccanici, elettronici ed informatici) e relativi sviluppi.
Ecco la storia dell’evoluzione del loro plastico, raccontata dall’ ing. Enrico:
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Circa quindici anni fa, avevo incontrato Paolo Portigliatti per la prima volta nell'ambito della mostra del club Arcamodellismo di Torino, che si svolge annualmente i primi giorni di Novembre.
In occasione di tale evento, avevamo esposto una parte del nostro plastico opportunamente modificata per renderla operativa ai fini dell'esposizione.
Colloquiando durante la mostra, avevo da lui attinto alcune informazioni sui sistemi digitali, ma rimanevo comunque scettico.
Infatti, avevo già potuto constatare che il sistema elettro-meccanico da me realizzato per la logica di controllo del nostro plastico con alimentazione analogica, costituito da più di 600 relè, seppur molto complesso, si dimostrava affidabile.
Almeno momentaneamente, Paolo Portigliatti non era riuscito a "convertirmi" al digitale.
A distanza di circa dieci anni, le nostre strade si incrociavano nuovamente: per questioni di lavoro, e quindi "extra-fermodellistiche", incontravo Marco Portigliatti, fratello di Paolo, ed ero a quel punto interessato ad approfondire l'argomento sul controllo digitale.
Con il sistema di controllo a relè ero arrivato a un punto morto: nonostante il controllo del traffico dei vari convogli fosse gestito più che egregiamente, avevo grosse limitazioni per quanto riguardava l’illuminazione costante delle vetture passeggeri (nonché le luci delle loco) e, fatto più importante, per un realistico controllo delle velocità e degli arresti dei convogli stessi (soluzione che avrei poi scoperto essere il famoso “HLU” di ZIMO).
Ero quindi in procinto di affrontare la messa in opera di assurdi ulteriori dispositivi analogici quando, provvidenziale, si è rivelato l’incontro con Marco Portigliatti.
A seguito della “votazione in famiglia con esito favorevole”, iniziavamo così ad installare sul nostro plastico la soluzione base di ZIMO: un’unità centrale MX1 corredata da un modulo per sezioni MX9 e due unità di comando MX31 (di cui una “FU”, ovvero con la possibilità di collegamento via radio).
L’unità MX9 fungeva da “generatore di velocità”. Mantenendo il sistema elettro-meccanico utilizzato fino a quel momento, tramite i relè opportunamente configurati, le locomotive attingevano il livello di velocità programmato (F, L, U o H più i valori intermedi) nelle varie sezioni.
È stato un amore a prima vista. Con una soluzione ‘easy to use’ (perlomeno rispetto a quanto stavo pensando di realizzare) avevamo risolto tutti i problemi di illuminazione e di controllo delle velocità.
“L’appetito vien mangiando” e così nel 2008 decidevamo di chiedere a Paolo Portigliatti ulteriori ragguagli per una possibile estensione del nostro impianto affrontando a questo punto anche il controllo del traffico con il programma STP …
Grazie alla relativa vicinanza delle nostre abitazioni, iniziava quindi una serie di serate-lezioni su ZIMO ed STP, che si concludevano sempre con una chiacchierata tutti insieme degustando una bibita...
Con le possibilità offerte dal sistema ZIMO/STP intravedevo possibilità di sviluppo sempre più ampie, non pensabili con l’elettro-meccanica. E poi avevamo a disposizione un enorme valore aggiunto: la professionalità e la competenza di Paolo Portigliatti. Senza la sua preziosissima consulenza non sarebbe stato possibile realizzare l’attuale opera. Ancora di più, la disponibilità, il rispetto e la stima createsi, ritengo reciproca, hanno superato il classico interloquire cliente-negoziante, creando un rapporto di amicizia…
Solo un piccolissimo rimprovero verso Paolo: ma sarebbe così difficile darsi del ‘tu’?
Il sistema elettro-meccanico di controllo originale costituito da più di 600 relè è stato parzialmente ridotto (attualmente sono circa 500) ed integrato con 14 ulteriori MX9 (per il controllo delle tratte) per un totale quindi di 15 MX9 ora installati e 9 MX8 (per il controllo di scambi e sgancia-vagoni).
La precedente stazione di testa sviluppata su dieci binari (controllata all'epoca manualmente) è stata sostituita trasformandola in stazione di corsa (sempre su dieci binari), con una parte di stazione di testa per treni navetta e treni corti.
Sotto di essa, sono installate 5 stazioni nascoste disposte su più livelli (per un totale di 36 binari che possono ospitare convogli di lunghezza fino a due metri), collegate da un’elicoidale a doppio binario per consentire una maggiore varietà di convogli circolanti.
Le stazioni nascoste sono precedute da una stazione di transito a quattro binari (a lato della stazione di corsa principale e su diverso livello), fungente da “polmone” per l’ingresso e uscita dalle stazioni nascoste stesse.
Questa zona è completata da un tracciato a doppio binario che confluisce nel percorso originario. Tutta questa ampia parte è ora controllata dal software STP.
La parte restante di plastico inglobata nel percorso principale, controllata ancora dall’elettro-meccanica, alloggia una stazione con scalo merci da otto binari e una stazione di montagna. Completa la realizzazione un ricovero esterno con elica a singolo binario, collegato alla parte principale del plastico tramite un “ponte levatoio” a doppio binario, di sette livelli con sette binari ognuno (totale di 49 binari per treni lunghi fino a due metri).
I primi test a regime dell’impianto così configurato sono stati effettuati durante l’estate appena trascorsa: però, a forza di aggiungere treni, molti di questi illuminati, ci siamo scontrati con la necessità di ulteriore potenza per la gestione del plastico, la quale avrebbe richiesto la suddivisione del tracciato per l’inserimento di un ulteriore booster. Data la conformazione del plastico, tale suddivisione non era di facile realizzazione.
Un altro paio di serate con relative aranciate e Paolo si è presentato con una soluzione veramente “plug and play”: ESZ_H->A.
Dietro questa strana sigla si cela una piccola scheda basata su microprocessore da lui realizzata, in grado di elaborare le informazioni presenti sul CAN Bus del sistema ZIMO, inviate dalla centrale MX1, dai moduli MX8-MX9, e dal software STP.
In pratica, a seguito dell’arrivo di un convoglio in un binario appartenente ad una stazione nascosta, dopo 8 secondi questi andrà in condizione di “OFF”, spegnendo così le luci del convoglio, riducendo l’assorbimento medio del 50% circa e salvaguardando energia per il resto del plastico. Tutto questo senza alcuna modifica all’impianto esistente o sul programma STP: è sufficiente connettere un cavo CAN Bus alla scheda.
Questa soluzione mi ha fatto comprendere quanto Paolo conosca bene il prodotto ZIMO.
Ho fatto ancora una richiesta a Paolo: senza modificare il cablaggio (e quindi le sezioni di binario finora realizzate), poter fermare i convogli corti in centro alle pensiline e non in prossimità del segnale di partenza.
Inoltre, devo avere la possibilità di definire il tipo di convoglio (lungo o corto) in tempo reale, modificando a piacere i tempi di fermata.
Paolo sta sviluppando FCB (Fermata Centro Binario), un prodotto hardware e software che lavorerà in parallelo a ZIMO ed STP.
Anche a nome di mio padre e di mio fratello, concludo che se dovessimo iniziare da capo non avremmo comunque dubbi: l’accoppiata ZIMO/STP è formidabile. Si riescono a realizzare movimentazioni impensabili con l’elettro-meccanica e penso anche con altri sistemi proprietari delle maggiori case produttrici di marca. Oltretutto se paragoniamo i costi dell’hardware tra relè e ZIMO la differenza non è rimarcabile. Anzi, ad essere precisi penso che vinca ancora ZIMO. A tutto questo se si aggiunge anche l’inestimabile valore della consulenza di Paolo, … è inutile che tragga le ovvie conclusioni!
”
La realizzazione dei Sigg. Biglietti è un valido esempio di integrazione di sistemi di controllo tradizionali ed innovativi.
Purtroppo, l'ing. Enrico ci ha lasciati prematuramente.
Il plastico viene mantenuto operativo, e viene aperto in occasione della festa patronale in primavera e della festa del marrone in autunno.
Visite private non sono piu' possibili.